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ORARIO ESTIVO E CHIUSURA DEGLI UFFICI 2024

Gentili Soci e Amici dell’Ateneo Veneto,

le nostre attività accademiche si interrompono temporaneamente per la consueta pausa estiva.

La Biblioteca e la Segreteria dell’istituto rimangono chiuse al pubblico da giovedì 1 a giovedì 29 agosto 2024.

In Aula Magna e Sala Tommaseo comunque continua ad essere visitabile la mostra di Walton Ford “LION OF GOD”.
Dal martedì alla domenica (ore 11.00 – 19.00), chiuso il lunedì.
Ingresso libero.

In memoria di Giacomo Matteotti, il suo ultimo discorso alla Camera

Il 10 giugno 1924 il deputato Giacomo Matteotti, leader del Partito Socialista, viene sequestrato e ucciso da una squadra della polizia segreta fascista.
Dieci giorni prima, il 30 maggio 1924, Matteotti aveva tenuto alla Camera un durissimo discorso contro le irregolarità e le violenze compiute dai fascisti nel corso della campagna elettorale e delle elezioni del 6 aprile 1924: un discorso che gli costerà la vita e che ancora oggi è un inno alla democrazia e alla libertà.

In occasione del centenario del delitto Matteotti (10 giugno 1924 – 10 giugno 2024) l’Ateneo Veneto vuole riproporre il testo integrale di quel discorso:

Presidente. Ha chiesto di parlare l’onorevole Matteotti. Ne ha facoltà.

Giacomo Matteotti. Noi abbiamo avuto da parte della Giunta delle elezioni la proposta di convalida di numerosi colleghi. Nessuno certamente, degli appartenenti a questa Assemblea, all’infuori credo dei componenti la Giunta delle elezioni, saprebbe ridire l’elenco dei nomi letti per la convalida, nessuno, né della Camera né delle tribune della stampa. 

Dario Lupi. È passato il tempo in cui si parlava per le tribune!

Giacomo Matteotti. Certo la pubblicità è per voi un’istituzione dello stupidissimo secolo XIX. (Vivi rumori. Interruzioni alla destra e al centro) Comunque, dicevo, in questo momento non esiste da parte dell’Assemblea una conoscenza esatta dell’oggetto sul quale si delibera. Soltanto per quei pochissimi nomi che abbiamo potuto afferrare alla lettura, possiamo immaginare che essi rappresentino una parte della maggioranza. Ora, contro la loro convalida noi presentiamo questa pura e semplice eccezione: cioè, che la lista di maggioranza governativa, la quale nominalmente ha ottenuto una votazione di quattro milioni e tanti voti… (Interruzioni).

Voci al centro: “Ed anche più!”

Giacomo Matteotti. … cotesta lista non li ha ottenuti, di fatto e liberamente, ed è dubitabile quindi se essa abbia ottenuto quel tanto di percentuale che è necessario (Interruzioni. Proteste) per conquistare, anche secondo la vostra legge, i due terzi dei posti che le sono stati attribuiti! Potrebbe darsi che i nomi letti dal Presidente, siano di quei capilista che resterebbero eletti anche se, invece del premio di maggioranza, si applicasse la proporzionale pura in ogni circoscrizione. Ma poiché nessuno ha udito i nomi, e non è stata premessa nessuna affermazione generica di tale specie, probabilmente tali tutti non sono, e quindi contestiamo in questo luogo e in tronco la validità della elezione della maggioranza (Rumori vivissimi). Vorrei pregare almeno i colleghi, sulla elezione dei quali oggi si giudica, di astenersi per lo meno dai rumori, se non dal voto. (Vivi commenti – Proteste – Interruzioni alla destra e al centro)

Maurizio Maraviglia. In contestazione non c’è nessuno, diversamente si asterrebbe!

Giacomo Matteotti. Noi contestiamo….

Maurizio Maraviglia. Allora contestate voi!

Giacomo Matteotti. Certo sarebbe Maraviglia se contestasse lei! L’elezione, secondo noi, è essenzialmente non valida, e aggiungiamo che non è valida in tutte le circoscrizioni. In primo luogo abbiamo la dichiarazione fatta esplicitamente dal governo, ripetuta da tutti gli organi della stampa ufficiale, ripetuta dagli oratori fascisti in tutti i comizi, che le elezioni non avevano che un valore assai relativo, in quanto che il Governo non si sentiva soggetto al responso elettorale, ma che in ogni caso – come ha dichiarato replicatamente – avrebbe mantenuto il potere con la forza, anche se… (Vivaci interruzioni a destra e al centro. Movimenti dell’onorevole Presidente del Consiglio)

Voci a destra: “Sì, sì! Noi abbiamo fatto la guerra!” (Applausi alla destra e al centro).

Giacomo Matteotti. Codesti vostri applausi sono la conferma precisa della fondatezza dei mio ragionamento. Per vostra stessa conferma dunque nessun elettore italiano si è trovato libero di decidere con la sua volontà… (Rumori, proteste e interruzioni a destra) Nessun elettore si è trovato libero di fronte a questo quesito…

Maurizio Maraviglia. Hanno votato otto milioni di italiani!

Giacomo Matteotti. ... se cioè egli approvava o non approvava la politica o, per meglio dire, il regime del Governo fascista. Nessuno si è trovato libero, perché ciascun cittadino sapeva a priori che, se anche avesse osato affermare a maggioranza il contrario, c’era una forza a disposizione del Governo che avrebbe annullato il suo voto e il suo responso. (Rumori e interruzioni a destra)

Una voce a destra: “E i due milioni di voti che hanno preso le minoranze?”

Roberto Farinacci. Potevate fare la rivoluzione!

Maurizio Maraviglia. Sarebbero stati due milioni di eroi!

Giacomo Matteotti. A rinforzare tale proposito del Governo, esiste una milizia armata… (Applausi vivissimi e prolungati a destra e grida di “Viva la milizia”)

Voci a destra: “Vi scotta la milizia!”

Giacomo Matteotti. ... esiste una milizia armata… (Interruzioni a destra, rumori prolungati)

Voci: “Basta! Basta!”

Presidente. Onorevole Matteotti, si attenga all’argomento.

Giacomo Matteotti. Onorevole Presidente, forse ella non m’intende; ma io parlo di elezioni. Esiste una milizia armata... (Interruzioni a destra) la quale ha questo fondamentale e dichiarato scopo: di sostenere un determinato Capo del Governo bene indicato e nominato nel Capo del fascismo e non, a differenza dell’Esercito, il Capo dello Stato. (Interruzioni e rumori a destra)

Voci a destra: “E le guardie rosse?”

Giacomo Matteotti. Vi è una milizia armata, composta di cittadini di un solo Partito, la quale ha il compito dichiarato di sostenere un determinato Governo con la forza, anche se ad esso il consenso mancasse. (Commenti) In aggiunta e in particolare… (Interruzioni) mentre per la legge elettorale la milizia avrebbe dovuto astenersi, essendo in funzione o quando era in funzione, e mentre di fatto in tutta l’Italia specialmente rurale abbiamo constatato in quei giorni la presenza di militi nazionali in gran numero… (Interruzioni, rumori)

Roberto Farinacci. Erano i balilla!

Giacomo Matteotti. È vero, on. Farinacci, in molti luoghi hanno votato anche i balilla! (Approvazioni all’estrema sinistra, rumori a destra e al centro)

Voce al centro: “Hanno votato i disertori per voi!”

Enrico Gonzales. Spirito denaturato e rettificato!

Giacomo Matteotti. Dicevo dunque che, mentre abbiamo visto numerosi di questi militi in ogni città e più ancora nelle campagne (Interruzioni), gli elenchi degli obbligati alla astensione, depositati presso i Comuni, erano ridicolmente ridotti a tre o quattro persone per ogni città, per dare l’illusione dell’osservanza di una legge apertamente violata, conforme lo stesso pensiero espresso dal Presidente del Consiglio che affidava ai militi fascisti la custodia delle cabine. (Rumori) A parte questo argomento del proposito del Governo di reggersi anche con la forza contro il consenso e del fatto di una milizia a disposizione di un partito che impedisce all’inizio e fondamentalmente la libera espressione della sovranità popolare ed elettorale e che invalida in blocco l’ultima elezione in Italia, c’è poi una serie di fatti che successivamente ha viziate e annullate tutte le singole manifestazioni elettorali. (Interruzioni, commenti)

Voci a destra: “Perché avete paura! Perché scappate!”

Giacomo Matteotti. Forse al Messico si usano fare le elezioni non con le schede, ma col coraggio di fronte alle rivoltelle. (Vivi rumori. Interruzioni, approvazioni all’estrema sinistra) E chiedo scusa al Messico, se non è vero! (Rumori prolungati) I fatti cui accenno si possono riassumere secondo i diversi momenti delle elezioni. La legge elettorale chiede... (Interruzioni, rumori)

Paolo Greco. È ora di finirla! Voi svalorizzate il Parlamento!

Giacomo Matteotti. E allora sciogliete il Parlamento.

Paolo Greco. Voi non rispettate la maggioranza e non avete diritto di essere rispettati.

Giacomo Matteotti. Ciascun partito doveva, secondo la legge elettorale, presentare la propria lista di candidati… (Vivi rumori)

Maurizio Maraviglia. Ma parli sulla proposta dell’onorevole Presutti.

Giacomo Matteotti. Richiami dunque lei all’ordine il Presidente! La presentazione delle liste – dicevo – deve avvenire in ogni circoscrizione mediante un documento notarile a cui vanno apposte dalle trecento alle cinquecento firme. Ebbene, onorevoli colleghi, in sei circoscrizioni su quindici le operazioni notarili che si compiono privatamente nello studio di un notaio, fuori della vista pubblica e di quelle che voi chiamate “provocazioni”, sono state impedite con violenza. (Rumori vivissimi)

Giuseppe Bastianini. Questo lo dice lei!

Voci dalla destra: “Non è vero, non è vero.”

Giacomo Matteotti. Volete i singoli fatti? Eccoli: ad Iglesias il collega Corsi stava raccogliendo le trecento firme e la sua casa è stata circondata... (Rumori)

Maurizio Maraviglia. Non è vero. Lo inventa lei in questo momento.

Roberto Farinacci. Va a finire che faremo sul serio quello che non abbiamo fatto!

Giacomo Matteotti. Fareste il vostro mestiere!

Emilio Lussu. È la verità, è la verità!…

Giacomo Matteotti. A Melfi… (Rumori vivissimi – Interruzioni) a Melfi è stata impedita la raccolta delle firme con la violenza (Rumori). In Puglia fu bastonato perfino un notaio (Rumori vivissimi)

Gino Aldi-Mai. Ma questo nei ricorsi non c’è! In nessuno dei ricorsi! Ho visto gli atti delle Puglie e in nessun ricorso è accennato il fatto di cui parla l’on. Matteotti.

Roberto Farinacci. Vi faremo cambiare sistema! E dire che sono quelli che vogliono la normalizzazione!

Giacomo Matteotti. A Genova (Rumori vivissimi) i fogli con le firme già raccolte furono portati via dal tavolo su cui erano stati firmati

Voci: “Perché erano falsi.”

Giacomo Matteotti. Se erano falsi, dovevate denunciarli ai magistrati!

Roberto Farinacci. Perché non ha fatto i reclami alla Giunta delle elezioni?

Giacomo Matteotti. Ci sono.

Una voce dal banco delle commissioni: “No, non ci sono, li inventa lei.”

Presidente. La Giunta delle elezioni dovrebbe dare esempio di compostezza! I componenti della Giunta delle elezioni parleranno dopo. Onorevole Matteotti, continui.

Giacomo Matteotti. Io espongo fatti che non dovrebbero provocare rumori. I fatti o sono veri o li dimostrate falsi. Non c’è offesa, non c’è ingiuria per nessuno in ciò che dico: c’è una descrizione di fatti.

Attilio Teruzzi. Che non esistono!

Giacomo Matteotti. Da parte degli onorevoli componenti della Giunta delle elezioni si protesta che alcuni di questi fatti non sono dedotti o documentati presso la Giunta delle elezioni. Ma voi sapete benissimo come una situazione e un regime di violenza non solo determinino i fatti stessi, ma impediscano spesse volte la denuncia e il reclamo formale. Voi sapete che persone, le quali hanno dato il loro nome per attestare sopra un giornale o in un documento che un fatto era avvenuto, sono state immediatamente percosse e messe quindi nella impossibilità di confermare il fatto stesso. Già nelle elezioni del 1921, quando ottenni da questa Camera l’annullamento per violenze di una prima elezione fascista, molti di coloro che attestarono i fatti davanti alla Giunta delle elezioni, furono chiamati alla sede fascista, furono loro mostrate le copie degli atti esistenti presso la Giunta delle elezioni illecitamente comunicate, facendo ad essi un vero e proprio processo privato perché avevano attestato il vero o firmato i documenti! In seguito al processo fascista essi furono boicottati dal lavoro o percossi. (Rumori, interruzioni)

Voci a destra: “Lo provi.”

Giacomo Matteotti. La stessa Giunta delle elezioni ricevette allora le prove del fatto. Ed è per questo, onorevoli colleghi, che noi spesso siamo costretti a portare in questa Camera l’eco di quelle proteste che altrimenti nel Paese non possono avere alcun’altra voce ed espressione. (Applausi all’estrema sinistra) In sei circoscrizioni, abbiamo detto, le formalità notarili furono impedite colla violenza, e per arrivare in tempo si dovette supplire malamente e come si poté con nuove firme in altre provincie. A Reggio Calabria, per esempio, abbiamo dovuto provvedere con nuove firme per supplire quelle che in Basilicata erano state impedite.

Una voce al banco della giunta: “Dove furono impedite?”

Giacomo Matteotti. A Melfi, a Iglesias, in Puglia… devo ripetere? (Interruzioni, rumori) Presupposto essenziale di ogni elezione è che i candidati, cioè coloro che domandano al suffragio elettorale il voto, possano esporre, in contraddittorio con il programma del Governo, in pubblici comizi o anche in privati locali, le loro opinioni. In Italia, nella massima parte dei luoghi, anzi quasi da per tutto, questo non fu possibile.

Una voce: “Non è vero! Parli l’onorevole Mazzoni!” (Rumori)

Giacomo Matteotti. Su ottomila comuni italiani, e su mille candidati delle minoranze, la possibilità è stata ridotta a un piccolissimo numero di casi, soltanto là dove il partito dominante ha consentito per alcune ragioni particolari o di luogo o di persona. (Interruzioni, rumori) Volete i fatti? La Camera ricorderà l’incidente occorso al collega Gonzales.

Attilio Teruzzi. Noi ci ricordiamo del 1919, quando buttavate gli ufficiali nel Naviglio. lo, per un anno, sono andato a casa con la pena di morte sulla testa!

Giacomo Matteotti. Onorevoli colleghi, se voi volete contrapporci altre elezioni, ebbene io domando la testimonianza di un uomo che siede al banco del Governo, se nessuno possa dichiarare che ci sia stato un solo avversario che non abbia potuto parlare in contraddittorio con me nel 1919.

Voci: “Non è vero! non è vero!”

Aldo Finzi. Michele Bianchi! Proprio lei ha impedito di parlare a Michele Bianchi!

Giacomo Matteotti. Lei dice il falso! (Interruzioni, rumori) Il fatto è semplicemente questo, che l’onorevole Michele Bianchi con altri teneva un comizio a Badia Polesine. Alla fine del comizio che essi tennero sono arrivato io e ho domandato la parola in contraddittorio. Essi rifiutarono e se ne andarono e io rimasi a parlare. (Rumori, interruzioni)

Aldo Finzi. Non è così!

Giacomo Matteotti. Porterò i giornali vostri che lo attestano.

Aldo Finzi. Lo domandi all’onorevole Merlin che è più vicino a lei! L’onorevole Merlin cristianamente deporrà.

Giacomo Matteotti. L’on. Merlin ha avuto numerosi contraddittori con me, e nessuno fu impedito e stroncato. Ma lasciamo stare il passato. Non dovevate voi essere i rinnovatori del costume italiano? Non dovevate voi essere coloro che avrebbero portato un nuovo costume morale nelle elezioni? (Rumori) E, signori che mi interrompete, anche qui nell’assemblea? (Rumori a destra)

Attilio Teruzzi. È ora di finirla con queste falsità.

Giacomo Matteotti. L’inizio della campagna elettorale del 1924 avvenne dunque a Genova, con una conferenza privata e per inviti da parte dell’onorevole Gonzales. Orbene, prima ancora che si iniziasse la conferenza, i fascisti invasero la sala e a furia di bastonate impedirono all’oratore di aprire nemmeno la bocca. (Rumori, interruzioni, apostrofi)

Una voce: “Non è vero, non fu impedito niente.” (Rumori)

Giacomo Matteotti. Allora rettifico! Se l’onorevole Gonzales dovette passare 8 giorni a letto, vuol dire che si è ferito da solo, non fu bastonato. (Rumori, interruzioni) L’onorevole Gonzales, che è uno studioso di San Francesco, si è forse autoflagellato! (Si ride. Interruzioni) A Napoli doveva parlare… (Rumori vivissimi, scambio di apostrofi fra alcuni deputati che siedono all’estrema sinistra)

Presidente. Onorevoli colleghi, io deploro quello che accade. Prendano posto e non turbino la discussione! Onorevole Matteotti, prosegua, sia breve, e concluda.

Giacomo Matteotti. L’Assemblea deve tenere conto che io debbo parlare per improvvisazione, e che mi limito…

Voci: “Si vede che improvvisa! E dice che porta dei fatti!”

Enrico Gonzales. I fatti non sono improvvisati! (Rumori)

Giacomo Matteotti. Mi limito, dico, alla nuda e cruda esposizione di alcuni fatti. Ma se per tale forma di esposizione domando il compatimento dell’Assemblea… (Rumori) non comprendo come i fatti senza aggettivi e senza ingiurie possano sollevare urla e rumori. Dicevo dunque che ai candidati non fu lasciata nessuna libertà di esporre liberamente il loro pensiero in contraddittorio con quello del Governo fascista e accennavo al fatto dell’onorevole Gonzales, accennavo al fatto dell’onorevole Bentini a Napoli, alla conferenza che doveva tenere il capo dell’opposizione costituzionale, l’onorevole Amendola, e che fu impedita… (Oh, oh! – Rumori)

Voci a destra: “Ma che costituzionale! Sovversivo come voi! Siete d’accordo tutti!”

Giacomo Matteotti. Vuol dire dunque che il termine “sovversivo” ha molta elasticità!

Paolo Greco. Chiedo di parlare sulle affermazioni dell’onorevole Matteotti.

Giacomo Matteotti. L’onorevole Amendola fu impedito di tenere la sua conferenza, per la mobilitazione, documentata, da parte di comandanti di corpi armati, i quali intervennero in città…

Enrico Presutti. Dica bande armate, non corpi armati!

Giacomo Matteotti. Bande armate, le quali impedirono la pubblica e libera conferenza. (Rumori) Del resto, noi ci siamo trovati in queste condizioni: su 100 dei nostri candidati, circa 60 non potevano circolare liberamente nella loro circoscrizione!

Voci a destra: “Per paura! Per paura!” (Rumori – Commenti)

Roberto Farinacci. Vi abbiamo invitati telegraficamente!

Giacomo Matteotti. Non credevamo che le elezioni dovessero svolgersi proprio come un saggio di resistenza inerme alle violenze fisiche dell’avversario, che è al Governo e dispone di tutte le forze armate! (Rumori) Che non fosse paura, poi, lo dimostra il fatto che, per un contraddittorio, noi chiedemmo che ad esso solo gli avversari fossero presenti, e nessuno dei nostri; perché, altrimenti, voi sapete come è vostro costume dire che “qualcuno di noi ha provocato” e come “in seguito a provocazioni” i fascisti “dovettero” legittimamente ritorcere l’offesa, picchiando su tutta la linea! (Interruzioni)

Voci a destra: “L’avete studiato bene!”

Orazio Pedrazzi. Come siete pratici di queste cose, voi!

Presidente. Onorevole Pedrazzi!

Giacomo Matteotti. Comunque, ripeto, i candidati erano nella impossibilità di circolare nelle loro circoscrizioni!

Voci a destra: “Avevano paura!”

Filippo Turati. Paura! Sì, paura! Come nella Sila, quando c’erano i briganti, avevano paura. (Vivi rumori a destra, approvazioni a sinistra)

Una voce: “Lei ha tenuto il contraddittorio con me ed è stato rispettato”

Filippo Turati. Ho avuto la vostra protezione a mia vergogna! (Applausi a sinistra, rumori a destra)

Presidente. Concluda, onorevole Matteotti.. Non provochi incidenti!

Giacomo Matteotti. Io protesto! Se ella crede che non gli altri mi impediscano di parlare, ma che sia io a provocare incidenti, mi seggo e non parlo! (Approvazioni a sinistra – Rumori prolungati)

Presidente. Ha finito? Allora ha facoltà di parlare l’onorevole Rossi…

Giacomo Matteotti. Ma che maniera è questa! Lei deve tutelare il mio diritto di parlare! lo non ho offeso nessuno! Riferisco soltanto dei fatti. Ho diritto di essere rispettato! (Rumori prolungati, Conversazioni)

Antonio Casertano. Chiedo di parlare.

Presidente. Ha facoltà di parlare l’onorevole Presidente della Giunta delle elezioni. C’è una proposta di rinvio degli atti alla Giunta.

Giacomo Matteotti. Onorevole Presidente!…

Presidente. Onorevole Matteotti, se ella vuole parlare, ha facoltà di continuare, ma prudentemente.

Giacomo Matteotti. Io chiedo di parlare non prudentemente, né imprudentemente, ma parlamentarmente!

Presidente. Parli, parli.

Giacomo Matteotti. I candidati non avevano libera circolazione… (Rumori. Interruzioni)

Presidente. Facciano silenzio! Lascino parlare!

Giacomo Matteotti. Non solo non potevano circolare, ma molti di essi non potevano neppure risiedere nelle loro stesse abitazioni, nelle loro stesse città. Alcuno, che rimase al suo posto, ne vide poco dopo le conseguenze. Molti non accettarono la candidatura, perché sapevano che accettare la candidatura voleva dire non aver più lavoro l’indomani o dover abbandonare il proprio paese ed emigrare all’estero. (Commenti)

Una voce: “Erano disoccupati!”

Giacomo Matteotti. No, lavorano tutti, e solo non lavorano, quando voi li boicottate.

Voci a destra: “E quando li boicottate voi?”

Roberto Farinacci. Lasciatelo parlare! Fate il loro giuoco!

Giacomo Matteotti. Uno dei candidati, l’onorevole Piccinini, al quale mando a nome del mio gruppo un saluto… (Rumori)

Voci: “E Berta? Berta!”

Giacomo Matteotti. … conobbe cosa voleva dire obbedire alla consegna del proprio partito. Fu assassinato nella sua casa, per avere accettata la candidatura nonostante prevedesse quale sarebbe stato per essere il destino suo all’indomani. (Rumori) Ma i candidati – voi avete ragione di urlarmi, onorevoli colleghi – i candidati devono sopportare la sorte della battaglia e devono prendere tutto quello che è nella lotta che oggi imperversa. Lo accenno soltanto, non per domandare nulla, ma perché anche questo è un fatto concorrente a dimostrare come si sono svolte le elezioni. (Approvazioni all’estrema sinistra) Un’altra delle garanzie più importanti per lo svolgimento di una libera elezione era quella della presenza e del controllo dei rappresentanti di ciascuna lista, in ciascun seggio. Voi sapete che, nella massima parte dei casi, sia per disposizione di legge, sia per interferenze di autorità, i seggi – anche in seguito a tutti gli scioglimenti di Consigli comunali imposti dal Governo e dal partito dominante – risultarono composti quasi totalmente di aderenti al partito dominante. Quindi l’unica garanzia possibile, l’ultima garanzia esistente per le minoranze, era quella della presenza del rappresentante di lista al seggio. Orbene, essa venne a mancare. Infatti, nel 90 per cento, e credo in qualche regione fino al 100 per cento dei casi, tutto il seggio era fascista e il rappresentante della lista di minoranza non poté presenziare le operazioni. Dove andò, meno in poche grandi città e in qualche rara provincia, esso subì le violenze che erano minacciate a chiunque avesse osato controllare dentro il seggio la maniera come si votava, la maniera come erano letti e constatati i risultati. Per constatare il fatto, non occorre nuovo reclamo e documento. Basta che la Giunta delle elezioni esamini i verbali di tutte le circoscrizioni, e controlli i registri. Quasi dappertutto le operazioni si sono svolte fuori della presenza di alcun rappresentante di lista. Veniva così a mancare l’unico controllo, l’unica garanzia, sopra la quale si può dire se le elezioni si sono svolte nelle dovute forme e colla dovuta legalità. Noi possiamo riconoscere che, in alcuni luoghi, in alcune poche città e in qualche provincia, il giorno delle elezioni vi è stata una certa libertà. Ma questa concessione limitata della libertà nello spazio e nel tempo – e l’onorevole Farinacci, che è molto aperto, me lo potrebbe ammettere – fu data ad uno scopo evidente: dimostrare, nei centri più controllati dall’opinione pubblica e in quei luoghi nei quali una più densa popolazione avrebbe reagito alla violenza con una evidente astensione controllabile da parte di tutti, che una certa libertà c’è stata. Ma, strana coincidenza, proprio in quei luoghi dove fu concessa a scopo dimostrativo quella libertà, le minoranze raccolsero una tale abbondanza di suffragi, da superare la maggioranza – con questa conseguenza però, che la violenza, che non si era avuta prima delle elezioni, si ebbe dopo le elezioni. E noi ricordiamo quello che è avvenuto specialmente nel Milanese e nel Genovesato ed in parecchi altri luoghi, dove le elezioni diedero risultati soddisfacenti in confronto alla lista fascista. Si ebbero distruzioni di giornali, devastazioni di locali, bastonature alle persone. Distruzioni che hanno portato milioni di danni… (Vivissimi rumori al centro e a destra)

Una voce, a destra: “Ricordatevi delle devastazioni dei comunisti!”

Giacomo Matteotti. Onorevoli colleghi, ad un comunista potrebbe essere lecito, secondo voi, di distruggere la ricchezza nazionale, ma non ai nazionalisti, né ai fascisti come vi vantate voi! Si sono avuti, dicevo, danni per parecchi milioni, tanto che persino un alto personaggio, che ha residenza in Roma, ha dovuto accorgersene, mandando la sua adeguata protesta e il soccorso economico. In che modo si votava? La votazione avvenne in tre maniere: l’Italia è una, ma ha ancora diversi costumi. Nella valle del Po, in Toscana e in altre regioni che furono citate all’ordine del giorno dal Presidente del Consiglio per l’atto di fedeltà che diedero al Governo fascista, e nelle quali i contadini erano stati prima organizzati dal partito socialista, o dal partito popolare, gli elettori votavano sotto controllo del partito fascista con la “regola del tre”. Ciò fu dichiarato e apertamente insegnato persino da un prefetto, dal prefetto di Bologna: i fascisti consegnavano agli elettori un bollettino contenente tre numeri o tre nomi, secondo i luoghi (Interruzioni), variamente alternati in maniera che tutte le combinazioni, cioè tutti gli elettori di ciascuna sezione, uno per uno, potessero essere controllati e riconosciuti personalmente nel loro voto. In moltissime provincie, a cominciare dalla mia, dalla provincia di Rovigo, questo metodo risultò eccellente.

Aldo Finzi. Evidentemente lei non c’era! Questo metodo non fu usato!

Giacomo Matteotti. Onorevole Finzi, sono lieto che, con la sua negazione, ella venga implicitamente a deplorare il metodo che è stato usato.

Aldo Finzi. Lo provi.

Giacomo Matteotti. In queste regioni tutti gli elettori…

Francesco Ciarlantini. Lei ha un trattato, perché non lo pubblica?

Giacomo Matteotti. Lo pubblicherò, quando mi si assicurerà che le tipografie del Regno sono indipendenti e sicure (Vivissimi rumori al centro e a destra); perché, come tutti sanno, anche durante le elezioni, i nostri opuscoli furono sequestrati, i giornali invasi, le tipografie devastate o diffidate di pubblicare le nostre cose. (Rumori)

Voci: “No! No!”

Giacomo Matteotti. Nella massima parte dei casi però non vi fu bisogno delle sanzioni, perché i poveri contadini sapevano inutile ogni resistenza e dovevano subire la legge del più forte, la legge del padrone, votando, per tranquillità della famiglia, la terna assegnata a ciascuno dal dirigente locale del Sindacato fascista o dal fascio. (Vivi rumori interruzioni)

Giacono Suardo. L’onorevole Matteotti non insulta me rappresentante: insulta il popolo italiano ed io, per la mia dignità, esco dall’Aula. (Rumori – Commenti) La mia città in ginocchio ha inneggiato al Duce Mussolini, sfido l’onorevole Matteotti a provare le sue affermazioni. Per la mia dignità di soldato, abbandono quest’Aula. (Applausi, commenti)

Attilio Teruzzi. L’onorevole Suardo è medaglia d’oro! Si vergogni, on. Matteotti. (Rumori all’estrema sinistra)

Presidente. Facciano silenzio! Onorevole Matteotti, concluda!

Giacomo Matteotti. Io posso documentare e far nomi. In altri luoghi invece furono incettati i certificati elettorali, metodo che in realtà era stato usato in qualche piccola circoscrizione anche nell’Italia prefascista, ma che dall’Italia fascista ha avuto l’onore di essere esteso a larghissime zone del meridionale; incetta di certificati, per la quale, essendosi determinata una larga astensione degli elettori che non si ritenevano liberi di esprimere il loro pensiero, i certificati furono raccolti e affidati a gruppi di individui, i quali si recavano alle sezioni elettorali per votare con diverso nome, fino al punto che certuni votarono dieci o venti volte e che giovani di venti anni si presentarono ai seggi e votarono a nome di qualcheduno che aveva compiuto i 60 anni. (Commenti) Si trovarono solo in qualche seggio pochi, ma autorevoli magistrati, che, avendo rilevato il fatto, riuscirono ad impedirlo.

Edoardo Torre. Basta, la finisca! (Rumori, commenti) Che cosa stiamo a fare qui? Dobbiamo tollerare che ci insulti? (Rumori – Alcuni deputati scendono nell’emiciclo) Per voi ci vuole il domicilio coatto e non il Parlamento! (Commenti – Rumori)

Voci: “Vada in Russia!”

Presidente. Facciano silenzio! E lei, onorevole Matteotti, concluda!

Giacomo Matteotti. Coloro che ebbero la ventura di votare e di raggiungere le cabine, ebbero, dentro le cabine, in moltissimi Comuni, specialmente della campagna, la visita di coloro che erano incaricati di controllare i loro voti. Se la Giunta delle elezioni volesse aprire i plichi e verificare i cumuli di schede che sono state votate, potrebbe trovare che molti voti di preferenza sono stati scritti sulle schede tutti dalla stessa mano, così come altri voti di lista furono cancellati, o addirittura letti al contrario. Non voglio dilungarmi a descrivere i molti altri sistemi impiegati per impedire la libera espressione della volontà popolare. Il fatto è che solo una piccola minoranza di cittadini ha potuto esprimere liberamente il suo voto: il più delle volte, quasi esclusivamente coloro che non potevano essere sospettati di essere socialisti. I nostri furono impediti dalla violenza; mentre riuscirono più facilmente a votare per noi persone nuove e indipendenti, le quali, non essendo credute socialiste, si sono sottratte al controllo e hanno esercitato il loro diritto liberamente. A queste nuove forze che manifestano la reazione della nuova Italia contro l’oppressione del nuovo regime, noi mandiamo il nostro ringraziamento. (Applausi all’estrema sinistra. Rumori dalle altre parti della Camera) Per tutte queste ragioni, e per le altre che di fronte alle vostre rumorose sollecitazioni rinunzio a svolgere, ma che voi ben conoscete perché ciascuno di voi ne è stato testimonio per lo meno… (Rumori) per queste ragioni noi domandiamo l’annullamento in blocco della elezione di maggioranza.

Voci a destra: “Accettiamo” (Vivi applausi a destra e al centro)

Giacomo Matteotti. […] Voi dichiarate ogni giorno di volere ristabilire l’autorità dello Stato e della legge. Fatelo, se siete ancora in tempo; altrimenti voi sì, veramente, rovinate quella che è l’intima essenza, la ragione morale della Nazione. Non continuate più oltre a tenere la Nazione divisa in padroni e sudditi, poiché questo sistema certamente provoca la licenza e la rivolta. Se invece la libertà è data, ci possono essere errori, eccessi momentanei, ma il popolo italiano, come ogni altro, ha dimostrato di saperseli correggere da sé medesimo. (Interruzioni a destra) Noi deploriamo invece che si voglia dimostrare che solo il nostro popolo nel mondo non sa reggersi da sé e deve essere governato con la forza. Ma il nostro popolo stava risollevandosi ed educandosi, anche con l’opera nostra. Voi volete ricacciarci indietro. Noi difendiamo la libera sovranità del popolo italiano al quale mandiamo il più alto saluto e crediamo di rivendicarne la dignità, domandando il rinvio delle elezioni inficiate dalla violenza alla Giunta delle elezioni. (Applausi all’estrema sinistra – Vivi rumori)

Una idea per il futuro

“UNA IDEA PER IL FUTURO” – PREMIAZIONI I EDIZIONE

Dalla App per visitare Venezia con l’Intelligenza Artificiale al gioco dell’oca per scoprire la Schio medioevale, fino alla creazione di spazi per creare ed esporre arte a Venezia o in altre realtà del territorio veneto o un servizio di scambio libri tra i ragazzi del carcere minorile di Treviso e il liceo classico Foscarini di Venezia.

Sono solo alcuni dei progetti vincitori della prima edizione del Premio “UNA IDEA PER IL FUTURO”, lanciato dall’Ateneo Veneto con il supporto di Banca Intesa Sanpaolo.

Il premio, finalizzato alla promozione del talento ideativo e progettuale degli studenti veneti appartenenti alle scuole di ogni ordine e grado, ha avuto la sua fase conclusiva con la cerimonia di premiazione che si è tenuta per tre mattinate di seguito – mercoledì 29, giovedì 30 e venerdì 31 maggio 2024 – all’Ateneo Veneto, a Venezia. 

Il Premio “UNA IDEA PER IL FUTURO”, ideato dalla socia dell’Ateneo Veneto Giovanna Pastega, giornalista e scrittrice, era stato bandito dalla Presidenza dell’Ateneo Veneto nel novembre 2023 ed era rivolto agli studenti veneti di ogni ordine e grado scolastico, università comprese, che avessero proposto progetti inediti per il futuro delle loro realtà territoriali in ambito sociale, economico, scientifico, etico, civile, ambientale, artistico e culturale.

La risposta è andata ben oltre le più rosee aspettative: sono decine le scuole del Veneto che hanno voluto partecipare al bando, che prevedeva premi in denaro messi a disposizione dall’Ateneo Veneto grazie al sostegno economico di Banca Intesa Sanpaolo.

Alla Giuria è toccato il difficile compito di stabilire, tra i tanti progetti pervenuti, quelli vincitori, selezionati in base alla loro originalità e alle ricadute positive sul territorio veneto, tenendo soprattutto conto del tema generale della prima edizione del Premio (ovvero “Un futuro possibile per tutti”), del livello di realizzabilità del progetto e del piano economico dettagliato, visto che uno dei principali requisiti richiesti era quello di definire la proposta in ogni aspetto operativo/esecutivo (gestione dei costi compresa), come se gli studenti facessero parte di un vero e proprio team di progettazione.

Alla cerimonia di premiazione all’Ateneo Veneto sono stati invitati tutti gli studenti autori dei progetti vincitori, assieme ai loro insegnanti: a loro è stata consegnata – oltre al premio in denaro – una medaglia ricordo del Premio e un attestato.

Ora tutti i progetti premiati e menzionati verranno pubblicati in un volume a stampa a distribuzione nazionale e saranno segnalati alle istituzioni territoriali di riferimento  per la loro realizzazione.
I progetti vincitori saranno anche inviati ai referenti di Banca Intesa Sanpaolo, perchè ne venga eventualmente individuato uno da poter essere realizzato integralmente.

Per questa prima edizione del Premio “UNA IDEA PER IL FUTURO” la Giuria ha stabilito anche di assegnare una menzione speciale (attestato + pubblicazione del progetto).

La GIURIA del Premio “UNA IDEA PER IL FUTURO” 2024 era composta da: Antonella Magaraggia, magistrato, presidente dell’Ateneo Veneto; Filippo Maria Carinci, docente di archeologia, vicepresidente dell’Ateneo Veneto; Giovanna Pastega giornalista, socia dell’Ateneo Veneto e ideatrice del Premio; Paola Marini, storica dell’arte, delegata agli Affari Speciali dell’Ateneo Veneto; Maura Manzelle, architetto, socia dell’Ateneo Veneto; Carlo Giupponi, docente di economia ambientale, socio dell’Ateneo Veneto; Stefano Bonetti, docente di Fisica della Materia.

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Ecco l’elenco dei premi e i progetti nel dettaglio:

PREMIO SPECIALE PER STUDENTI UNIVERSITARI
PREMIO UNICO (= €1.000) al progetto “MEETiamoci in mostra”
Autrici del progetto Pamela Bosazzi (Trieste) e Giulia Mauro (Trieste), studentesse dell’Università Ca’ Foscari di Venezia
Finalità del progetto: “MEETiamoci in mostra” è un progetto nato dall’idea di fornire a chiunque lo desideri gli spazi e i mezzi necessari per poter esprimere ed esporre la comune passione per il mondo delle arti. Per questo nasce l’Associazione, senza scopo di lucro, RisorgiMENTE, un luogo di raccolta e condivisione per l’interesse artistico, un angolo di rifugio e ispirazione per tutti gli amanti dell’arte.
Territorio di ricaduta: Venezia e aree limitrofe. Tuttavia è un progetto adattabile anche a diversi luoghi che si dovessero riscontrare in linea con le esigenze all’interno del territorio Veneto.

 

PREMI SCUOLE SUPERIORI:
1° PREMIO (= €600) al progetto “Ragazzi tra le righe”
Classi 2BO e 2AO – Liceo Classico Ordinamentale “Marco Foscarini”, Venezia
Studenti: Massimo Pisnyy, Mattia Patron Zennaro, Aldo Voltolina, Eduardo Guido Padula
Finalità del progetto: fornire una sezione poetica e diversi romanzi all’Istituto Penale per i Minorenni maschile di Treviso, e istituire uno scambio di libri tra tale Istituto e il Liceo Classico “Marco Foscarini”, al fine di migliorare la riabilitazione dei ragazzi ospitati.
Docente: Giampiero Chivilò
Territorio di ricaduta: Veneto

2° PREMIO (= €500) al progetto “Vandalismo o arte? Ripuliamo la città di legalità”
Classe 1^ indirizzo informatica e telecomunicazioni – ITT “Negrelli-Forcellini”, Feltre (BL)
Finalità del progetto: recuperare fragilità didattiche attraverso la sensibilizzazione degli studenti sull’importanza della legalità e l’avvicinamento allo studio concreto del diritto, nonché accrescere in loro la consapevolezza e il senso civico e di cittadinanza attiva attraverso un approfondimento sul “campo” della differenza tra vandalismo e opera d’arte.
Docenti: Simonetta Turrin e Elisabetta D’Albore
Territorio di ricaduta: Comune di Feltre (BL)

3° PREMIO (= €400) al progetto “Venice AI Assistant. Una guida, basata su Intelligenza Artificiale, per la città di Venezia”
Classe 2F – I.I.S. “Levi-Ponti”, Mirano (VE)
Studenti: Artusi Francesco, Canato Marco, Chelli Edoardo, Masiero Riccardo, Munarin Filippo, Ziliotto Luca
Finalità del progetto: Applicazione per smartphone e tablet che permette di visitare Venezia con l’aiuto dell’Intelligenza Artificiale. L’app sarà in grado di riconoscere i luoghi d’interesse della città semplicemente inquadrandoli e di fornire descrizioni multilingua con audioguida dinamica. Le innovazioni contenute nell’app faranno sì che quest’ultima risulti più immediata e di facile utilizzo rispetto alle classiche app per il turismo. La finalità è quella di accompagnare il turista, rendendo semplice, completa e intima la sua visita al capoluogo Veneto.
Docente: Michele Frodella
Territorio di riferimento: Città di Venezia

MENZIONE SPECIALE al progetto: “Una perla delle Città Medioevali”
1^ ITAFM – 1^ LSU Educandato Statale San Benedetto, Montagnana (PD)
Studenti: Casaro Giulia, Sacconi Ilaria, Smanio Serena
Finalità del progetto: creare una cooperativa sociale, dopo uno specifico percorso di studi, per esaltare la bellezza e la storia della cittadina di Montagnana con la finalità di creare nuovi posti di lavoro e favorire l’economia circolare.
Docente: Educatrice Daniela Bombonato
Territorio di ricaduta: Montagnana (PD)

 

PREMI SCUOLE MEDIE:
1° PREMIO (= €400) al progetto: “Centro Sociale Polifunzionale”
Classi 3B, 2B, 1B dell’IC di Badia Polesine – Trecenta (Plesso di Badia) RO
Studenti: Canesella Gaia, Baxa Julienne, Benfaida Nada, Bisini Ludovico, Chegdani Amine, Dal Santo Jacopo, Delogu Alberto, Morsli Yassine, Nale Martina, Piva Leonardo, Rhannam Adam, Rizzi Diletta, Tchouameni Alex, Fratini Thiago, Marchetto Edoardo George, Tinazzo Luca, Saadoune Aya, Er Rachdaoui Imane, Malih Youssef
Finalità del progetto: Riqualificazione dell’ex polisportiva “Littorio O. Verzaro” in un Centro Sociale Polifunzionale quale spazio di integrazione tra servizi sociali territoriali offrendo spazi di aggregazione e supporto alle famiglie.
Docente: Loris Tietto
Territorio di ricaduta: Badia Polesine ed Alto Polesine

2° PREMIO (= €300) al progetto: “ViviAmo il territorio. Un gioco dell’oca nella Schio medievale”
Classi 1A, 1B, 1C, 1D, 1E Scuola Media “Arnaldo Fusinato” I.C.S. Schio 2, Schio (VI)
Finalità del progetto: ludo-didattica per la realizzazione di un gioco dell’oca dedicato alla Schio medievale, al fine di sensibilizzare gli studenti e tutti i fruitori del gioco sul tema della tutela e della salvaguardia del patrimonio storico, artistico e culturale del territorio locale, nella consapevolezza che “il futuro ha un cuore antico”.
Docenti: Andrea Zaffonato e Michela Zigiotto
Territorio di ricaduta: Comune di Schio (VI)

3° PREMIO (= €200) al progetto: “La farina di mais biancoperla”
Classe 3^ CM – Scuola MEDIA I.C. Enrico Mattei- Meolo (VE)
Studenti: Alice Bottazzi, Gabriele Costa, Tommaso Stevanato
Finalità del progetto: far conoscere una produzione tipica di Meolo e farla conoscere anche all’estero, in particolare nella Repubblica Ceca
Docente: Silvio Doretto
Territorio di ricaduta: Meolo>Europa

 

PREMI SCUOLE ELEMENTARI:
1° PREMIO (= € 300) al progetto: “La terra nelle nostre mani”
Classe 4^A, Scuola elementare “Alessandro Manzoni” di San Vito di Leguzzano – (Istituto Comprensivo statale Don Agostino Battistella di Schio)
Finalità del progetto: promuovere il senso di responsabilità nelle generazioni future, acquisire comportamenti e stili di vita adeguati a fruire dei patrimoni comuni in modo consapevole, portare migliorie nelle aree verdi del Comune: con la piantumazione di alberi e arbusti, la realizzazione di pannelli con esercizi per il benessere psico-fisico, con il restauro di un gioco nel parco cittadino, con la realizzazione di un percorso sensoriale a terra adatto anche a chi ha motricità limitata, con il coinvolgimento di altre classi e la realizzazione di giochi tradizionali all’aperto e uscite collettive di conoscenza e rispetto del territorio.
Docente: Rossana Cervellin
Altri impegnati nel progetto: Mauro Anzolin (coordinatore volontari Comunali Protezione civile); Daniele Xoccato e Gianbattista Novello Gianbattista (membri della protezione civile); Giulia Dal Zotto Giulia, Giovanna Tomiello (docenti)
Territorio di ricaduta: San Vito di Leguzzano (VI)

 

 

LION OF GOD – Walton Ford all’Ateneo Veneto (17 aprile – 22 settembre 2024)

LION OF GOD – La mostra di Walton Ford

17 Aprile 2024 – 22 Settembre 2024
Ateneo Veneto, Aula Magna e Sala Tommaseo
Orario: dal martedì alla domenica (ore 11.00 – 19.00), ingresso libero.

A cura di Udo Kittelmann

È la prima mostra personale di Walton Ford in Italia. Artista americano tra i più talentuosi della sua generazione (1960), Ford ha ideato una grande mostra site-specific per Venezia, incentrata su un nuovo corpus di opere concepite in stretta relazione alle opere d’arte presenti all’Ateneo Veneto di Scienze, Lettere ed Arti.
Lion of God presenta una serie di dipinti di grandi dimensioni realizzati da Ford ad acquerello, che esplorano la dimensione storica, biologica e ambientale di alcuni soggetti rappresentati nelle collezioni dell’Ateneo, in particolare la figura del leone presente nell’Apparizione della Vergine a San Girolamo di Tintoretto (c. 1580), che di solito è esposto nella Biblioteca dell’istituto.
Il percorso espositivo si sviluppa su due sale dell’Ateneo Veneto, l’Aula Magna al piano terra e la Sala Tommaseo, al primo piano, dove l’opera di Tintoretto sarà trasferita ed esposta al pubblico per tutta la durata della mostra.

Lion of God è curata da Udo Kittelmann – che ha già collaborato con Walton Ford in occasione della sua retrospettiva itinerante in Europa intitolata Bestiarium (2010-11) – e inaugura durante la settimana di vernice della 60. Biennale Arte di Venezia, rimanendo aperta fino al 22 settembre 2024.
L’artista ha descritto l’Apparizione della Vergine a San Girolamo di Tintoretto come “un intenso spunto di discussione sulla nostra relazione con il mondo naturale”.
Raffigurando San Girolamo in estasi, nel bel mezzo di una visione in cui la Vergine Maria discende dal cielo, il dipinto storico presenta il leone che la leggenda descrive come amico di San Girolamo dopo che quest’ultimo gli ha tolto una spina dalla zampa.
L’improbabile legame tra i due personaggi è descritto in dettaglio ne La leggenda aurea, un testo ampiamente diffuso in Europa nel tardo Medioevo e che è servito da riferimento anche per l’artista americano. Tintoretto dispiega grande maestria nella narrazione, condivisa anche da Ford, e dipinge il suo leone posizionandolo in ombra, nella parte inferiore dell’opera. Uno dei nuovi dipinti realizzati da Walton Ford, di quasi tre metri, ribalta l’inquadratura del pittore veneziano per mettere in primo piano l’esperienza dell’animale.
L’indagine filosofica continua di Ford sui modi in cui interagiamo e allontaniamo dalle specie animali richiama una delle questioni più urgenti del nostro tempo: la terribile crisi ecologica che stiamo vivendo.

Udo Kittelmann spiega così il progetto: “Nella ricerca di analogie tra passato e presente, i dipinti di Walton Ford sovrappongono rappresentazioni intricate di storia naturale con una lettura critica contemporanea, includendo citazioni da fonti letterarie dei secoli passati, il tutto reso nello stile della pittura dei grandi maestri. Nei suoi lavori, che possono essere visti come una satira dell’oppressione politica e lo sfruttamento ambientale, egli mette in discussione il concetto di “sempre nuovo” e “sempre migliore”. Allo stesso tempo, Ford ha sempre posto interrogativi sulle molteplici aspettative e regole consolidate dell’estetica contemporanea. Per essere precisi, i suoi dipinti sono un racconto sull’arroganza della natura umana. Ieri, oggi e domani.”

L’opera di Ford sovverte le convenzioni legate ai tentativi dell’uomo di categorizzare e interpretare il mondo naturale, attingendo a schizzi, diorami naturalistici, documenti zoologici, mitologia, favole e storia dell’arte. Pur alludendo agli studi nel campo delle scienze naturali del XIX secolo, la poetica di Ford è ampia nei suoi riferimenti, sollecitando lo spettatore a individuare questi indizi frammentari come chiavi di lettura per svelare l’evento storico o immaginario rappresentato nell’opera.
Le opere dell’artista risultano anatomicamente precise per via dell’osservazione ravvicinata di esemplari tassidermizzati presenti in collezioni museali, e proiettano in modo vivido le vite, le esperienze, le osservazioni e le storie nascoste dei loro soggetti umani e animali.

In contemporanea alla mostra veneziana, la Morgan Library & Museum di New York City ospita (dal 12 aprile al 20 ottobre 2024) Walton Ford: Birds and Beasts of the Studio, una mostra di disegni dell’artista, organizzata da Isabelle Dervaux, curatrice e responsabile del dipartimento di disegni moderni e contemporanei di Acquavella.

Lion of God, allestita all’Ateneo Veneto di Venezia, è organizzata dalla galleria Kasmin, New York. Dal 1997, Kasmin ha presentato 11 mostre personali di Ford, tra cui Barbary nel 2018, un corpus di opere che esplora il destino del leone berbero del Nord Africa.

Contatti stampa
Studio ESSECI
Roberta Barbaro T. (0)49663499; M. +393316147373
E. roberta@studioesseci.net
www.studioesseci.net

Kasmin
Molly Taylor T. (917) 742-6836
E. molly@kasmingallery.com
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Premio “MARIA CAVALLARIN” – Pubblicato il bando per l’edizione 2024

L’Ateneo Veneto ha pubblicato il bando del premio “MARIA CAVALLARIN” per l’edizione 2024.

Il premio è stato indetto per legato testamentario dalla sig.ra Maria Cavallarin per premiare una ricerca originale sulla Dalmazia (sua terra natale), sull’Istria e sulle isole del Levante veneto e mantenerne viva l’importante storia e tradizione.

Possono partecipare al premio studiose e studiosi di qualsiasi nazionalità, che non abbiano compiuto al 21 novembre 2024 l’età di 40 anni.

Il premio consiste in un assegno di € 3.000 che sarà assegnato a uno studio inedito e originale su argomenti che possono spaziare dalla storia sociale, istituzionale, artistica e culturale all’antropologia e alla geografia economica, archeologia e architettura.

Le domande di partecipazione vanno indirizzate alla Presidenza dell’Ateneo Veneto entro e non oltre il 21 novembre 2024.

Per tutti i dettagli scarica il BANDO

PIERGIORGIO ODIFREDDI INAUGURA IL CCXII ANNO ACCADEMICO

Sabato 2 marzo 2024 l’Ateneo Veneto ha inaugurato con una cerimonia ufficiale il suo 212° Anno Accademico.
La prolusione, dal titolo “Intelligenza artificiale: l’ultima scintilla” è stata affidata quest’anno al matematico Piergiorgio Odifreddi.

Ad accogliere nell’Aula Magna di Campo San Fantin il relatore e le Autorità invitate è stata la Presidente dell’Ateneo Veneto, Antonella Magaraggia, che ha delineato l’attività culturale svolta dall’Ateneo Veneto nel corso del 2023, anticipando alcuni filoni di interesse delle prossime iniziative culturali dell’istituto, a iniziare dal convegno internazionale su “Donne e giustizia” di martedì 5 marzo.

Al professor Piergiorgio Odifreddi, matematico, saggista, storico della scienza e divulgatore scientifica, ospite d’onore della cerimonia di inaugurazione, il compito di trattare invece un tema di assoluta attualità come quello dell’Intelligenza Artificiale.

“Negli ultimi tempi l’Intelligenza Artificiale è affiorata nel dibattito pubblico in seguito all’esplosione di Chat Gpt. In realtà il dibattito al proposito è vecchio come il mondo, letteralmente, perché il problema teorico ha di molto preceduto le sue realizzazioni pratiche” ha detto Odifreddi.

Con una carrellata che ha spaziato tra letteratura, storia dell’arte e cinema, dal mito di Pigmalione a My fair Lady, da Frankenstein a 1984 di George Orwell, da Metropolis fino a 2001 Odissea nello spazio, Odifreddi ha dimostrato come l’umanità si sia sempre chiesta quale potesse e dovesse essere il suo rapporto con l’artificiale e con le macchine.

Se sono innegabili i vantaggi apportati dalla tecnologia al nostro vivere quotidiano, oggi il timore maggiore è che le macchine presto potrebbero porsi una domanda nei confronti del loro rapporto con la natura e con l’uomo.

“Oggi la gente crede che i due grandi problemi che riguardano il nostro futuro siano la bomba atomica e che cosa succederebbe se qualcuno schiacciasse il famoso bottone, e la crisi climatica col riscaldamento globale. Eppure  due big dei settori tecnologici come Elon Musk e Bill Gates sono arrivati ad affermare che il vero problema è proprio l’intelligenza artificiale – ha concluso Piergiorgio Odifreddi – e che cosa ne sarà di noi se non la controlliamo”.

Premio Torta 2023 libretto sala

AI CITTADINI VENEZIANI IL PREMIO TORTA 2023

Sono i Cittadini veneziani i vincitori della XXXVII edizione del Premio “Pietro Torta” per il restauro di Venezia: veneziani per nascita o per scelta, cittadini che con ordinaria straordinarietà si impegnano ogni giorno per mantenere Venezia una città viva e attuale.

La cerimonia di consegna sì è tenuta sabato 25 novembre 2023 all’Ateneo Veneto di Venezia, alla presenza delle autorità istituzionali e del pubblico, accolti dalla Presidente dell’Ateneo Veneto Antonella Magaraggia, assieme al Presidente dell’Ordine degli Ingegneri della Città Metropolitana di Venezia Mariano Carraro, al Presidente del Collegio degli Ingegneri di Venezia Sandro Boato e alla Presidente della Commissione del Premio Maura Manzelle.

All’inizio della cerimonia sono state esposte alcune paia di scarpe rosse davanti al tavolo dei relatori, per ricordare la Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne.

E’ stata quindi data lettura dell’indirizzo di saluto inviato dal Presidente della Regione Luca Zaia, mentre l’assessore Massimiliano De Martin ha portato i saluti dell’Amministrazione Comunale e ha regalato il gagliardetto della città di Venezia alla Presidente Magaraggia e ai Presidenti Carraro e Boato.

La decisione della Commissione di assegnare quest’anno il Premio alla collettività di cittadini che promuovono e realizzano progetti diffusi di restauro, piuttosto che ad un singolo intervento, è arrivata alla fine di un lungo percorso di riflessione e di confronto e anticipa alcune tematiche che verranno trattate nel 2024, anno del Cinquantesimo anniversario del premio stesso.

Il Premio Torta infatti fu istituito dall’Ateneo Veneto nel 1974 in memoria dell’ingegner Pietro Torta, appassionato cultore dell’opera di restauro del patrimonio edilizio della città, per anni presidente dell’Ordine degli Ingegneri di Venezia e Socio dell’Ateneo Veneto.

In questo mezzo secolo di vita il premio è stato assegnato (prima annualmente e dal 1999 con cadenza biennale) a soggetti che si sono distinti nel promuovere o realizzare importanti interventi di restauro e recupero del patrimonio di Venezia. Edizione dopo edizione le valutazioni delle varie Commissioni che si sono succedute hanno preso in considerazione ambiti sempre più ampi e complessi della Città Metropolitana di Venezia relativi al restauro del patrimonio edilizio, dell’architettura monumentale fino al paesaggio, all’ambiente e alle infrastrutture urbane. Partendo da questi presupposti la Commissione 2023 – composta da rappresentanti dell’Ateneo Veneto, dell’Ordine degli Ingegneri della Città Metropolitana di Venezia e del Collegio degli Ingegneri di Venezia – si è interrogata su che cosa significhi oggi “restauro” ‒ o meglio, l’intervento sull’esistente – e come si sia evoluto il concetto stesso del restaurare in questi ultimi cinquant’anni.

Quale miglior “restauratore” della propria città, dunque, di colui che se ne prende cura quotidianamente, nell’ambito delle proprie competenze e possibilità, con consapevolezza?  Proprio i cittadini veneziani, gli abitanti di questa città (siano essi residenti stabili o solo temporanei), protagonisti di questa ordinaria straordinarietà, che si adoperano per consegnare alle giovani generazioni il patrimonio che hanno ricevuto in eredità, un tessuto urbano e sociale indubbiamente fragile, ma che può diventare laboratorio per il futuro, per un progetto di città condiviso e sostenibile, emblematico per le dinamiche in atto anche in altri centri storici nazionali.

Per completare un’edizione così speciale, si è pensato di dare un ruolo attivo nel contesto del Premio anche al volume che solitamente lo accompagna, curato quest’anno da Maura Manzelle e Francesco Trovò dell’Università Iuav di Venezia. A comporre questo mosaico di progetti e scenari per il futuro sono state invitate le maggiori Istituzioni veneziane, ed in modo particolare quelle che per loro stesso mandato hanno compiti di governance e un ruolo di progettualità per la città: dalla Regione del Veneto al Comune di Venezia, a enti pubblici e privati, fondazioni, Università, associazioni di categoria e istituti culturali.

Completa il volume un inserto di fotografie realizzate da Alessandra Chemollo, veneziana “per scelta” che da anni con la sua arte racconta la Venezia materiale e immateriale e che ha abbracciato l’idea che sta alla base di questa edizione del Premio Torta.

Il volume si presenta con una copertina “riflettente”, per fare in modo che i cittadini vedano loro stessi e “riflettano” su quello che fino a qui è stato fatto e su quanto sarà ancora possibile fare per la città. Nel corso della cerimonia del Premio Torta 2023 il libro è stato simbolicamente consegnato in sala alla Comunità veneziana e rimarrà a disposizione di quanti vorranno ritirarne una copia gratuita presso la Segreteria dell’Ateneo Veneto, in Campo San Fantin, a Venezia.

Significativo anche l’intervento di Tiziano Scarpa, invitato a leggere per il pubblico presente alla cerimonia alcuni passaggi del suo “Catalogo delle onde”, un testo che lo scrittore Premio Strega ha dedicato alle acque della laguna, elemento fondante dell’essere Venezia, come spunto per riflessioni sulla condizione della città e dei suoi abitanti.

La Commissione del Premio Pietro Torta per il restauro di Venezia 2023 è composta da: Maura Manzelle (Presidente), Gianmario Guidarelli, Mauro Marzo e Francesco Trovò (Segretario) per l’Ateneo Veneto; Mariano Carraro e Mario De Marchis per l’Ordine degli Ingegneri della Città Metropolitana di Venezia, Sandro Boato e Vittorio Drigo per il Collegio degli Ingegneri di Venezia.

 

libro antico e schermo pc

Il progetto di digitalizzazione dei libri antichi

L’Ateneo Veneto possiede una biblioteca di oltre 60.000 libri e riviste, di cui 3.000 sono volumi antichi che i francesi concessero all’istituto nel 1812. Questi provengono, per la maggior parte, dai conventi soppressi di San Salvador, San Francesco della Vigna e Santo Stefano e, in minor numero, dalla Salute, dai Frari, dal Redentore, dalla Fava e dai Carmelitani Scalzi. Grande valore ha una serie di rari volumi di astronomia e medicina, pubblicati tra il Quattrocento e il Settecento.

Finora questi libri sono stati oggetto di interesse da parte di studiosi della materia, ma non accessibili al pubblico. L’Ateneo Veneto quindi ha colto nel 2022 l’opportunità di crescita offerta dal Bando “Cultura digitale” della Fondazione di Venezia, il cui obiettivo era supportare il comparto culturale della città – in particolare i musei, le biblioteche e gli archivi – nella sua evoluzione verso il mondo digitale e la progettualità innovativa, tramite la formazione di giovani nel settore della cultura.

In risposta a tale bando l’Ateneo ha proposto un “progetto di digitalizzazione di cento libri di medicina rari e antichi”, selezionati dalla direttrice della biblioteca, la professoressa Dorit Raines dell’Università Ca’ Foscari di Venezia, sulla base della loro rarità (scarsa o assente presenza in banche dati online, specialmente italiane) e del loro precario stato di conservazione. Tra questi, solo per fare un esempio, il capolavoro assoluto di Girolamo Fabrici d’Acquapendente De formato foetu. Venetiis: per Franciscum Bolzettam, 1600 (Patavii: ex typographia Laurentij Pasquati, impress. Almae universitatis iuristarum, 1601).

Per realizzare il progetto – iniziato a fine 2022 e concluso nell’estate 2023 – è stato scelto Kristian Gandin, studente della Laurea magistrale in Digital Humanities dell’Università Ca’ Foscari di Venezia. Questi ha partecipato prima ad un corso accelerato di catalogazione di libri antichi e, in seguito, ad uno di digitalizzazione ed elaborazione delle immagini con Color Checker e Camera Raw (plugin di Photoshop) e infine a un corso per l’inserimento di immagini e metadati nella piattaforma di archiviazione prescelta.

Per l’archiviazione a lungo termine di oggetti e collezioni digitali infatti l’Ateneo Veneto ha stipulato una convenzione con il Centro di Ateneo per le Biblioteche dell’Università di Padova, che ha realizzato, in collaborazione con l’Università di Vienna, una piattaforma denominata PHAIDRA (Permanent Hosting, Archiving and Indexing of Digital Resources and Assets), che risponde ai principi FAIR (Findable, Accessible, Interoperable, Reusable) indicati dalla Commissione Europea come linee guide di Data Management.

I libri rari di medicina digitalizzati sono caricati sulla suddetta piattaforma ad accesso gratuito in una sezione dedicata all’Ateneo Veneto (https://phaidra.cab.unipd.it/).

L’utente può sfogliare i libri tramite Book Viewer o scaricarli in formato PDF con licenza CC BY-NC-SA (Attribuzione – Non Commerciale – Condividi allo stesso modo).

In questo modo l’Ateneo Veneto, che ha come sua vocazione la divulgazione della cultura e l’accesso gratuito al suo patrimonio culturale e artistico, ha iniziato un interessante percorso che permetterà di raggiungere l’obiettivo di rendere fruibili questi tesori librari e di proteggerli da un ulteriore deterioramento.

Vale la pena ricordare che un primo passo verso la diffusione della conoscenza dei volumi rari di medicina conservati nella biblioteca dell’istituto era già stato fatto con la mostra Anatomia di una biblioteca: Cinquanta volumi di medicina dalla collezione storica dell’Ateneo Veneto, che si è tenuta a Venezia nell’aprile-maggio 2007, corredata da un catalogo che percorreva la storia della medicina attraverso i volumi esposti. La mostra ha avuto un notevole successo e il suo catalogo si trova in molte biblioteche italiane e all’estero.

Premiazione caorlina rosa

REGATA STORICA 2023: SECONDO POSTO ALLA CAORLINA ROSA SOSTENUTA DALL’ATENEO VENETO

Domenica 3 settembre 2023 rimarrà negli annali dell’Ateneo Veneto.

Per la prima volta in due secoli di vita, il nostro istituto ha voluto partecipare attivamente alla Regata Storica di Venezia, sostenendo uno degli equipaggi che si sono sfidati lungo il Canal Grande: quello della caorlina rosa della Canottieri Giudecca.

E l’emozione è stata tanta, anche perchè il “nostro” fortissimo equipaggio ha combattuto un serrato testa a testa con la caorlina bianca e alla fine ha tagliato il traguardo per secondo davanti a Ca’ Foscari, dove ad attenderlo c’era anche la Presidente Antonella Magaraggia.
Un grazie di cuore a tutti i componenti dell’equipaggio, che ci hanno fatto vivere una bellissima avventura all’insegna della tradizione della voga alla veneta: Gianluigi Fongher, Vittorio Selle, Mattia Costantini, Pietro Meneghini, Vito Redolfi Tezzat e Maurizio Rossi.

Con questo coinvolgimento attivo nella più famosa delle sfide remiere si è creato un legame simbolico tra due realtà – Ateneo Veneto e Regata Storica – apparentemente diverse, ma che appartengono alla antica tradizione culturale di Venezia e sono amate dai veneziani.

“PORTE DI MESTRE” SOSTIENE L’ATENEO VENETO

Il Centro Commerciale “Porte di Mestre” sostiene l’Ateneo Veneto 

Con la consegna alla Presidente dell’Ateneo Veneto Antonella Magaraggia di una donazione di 1.110 euro, il Centro Commerciale “Porte di Mestre” conclude il progetto “Venezia Misteriosa”, lanciato nel luglio 2021 per celebrare i 1600 anni di Venezia e dedicato alla promozione del patrimonio culturale della città e a progetti di solidarietà sociale.

La somma è il ricavato delle vendite del volume “Venezia Misteriosa”, un libro-gioco creato dallo scrittore Alberto Toso Fei (socio dell’Ateneo Veneto) e illustrato dal fotografo Maurizio Rossi, con l’obiettivo di coinvolgere i lettori in una caccia al tesoro alla scoperta di leggende e percorsi segreti, nel cuore della città più bella del mondo.

L’iniziativa, articolata in momenti diversi – a vocazione culturale, ludica e commerciale – ha mobilitato i clienti di “Porte di Mestre” invitandoli a decifrare le chiavi di dieci enigmi contenuti nel libro per aggiudicarsi un emozionante volo in elicottero sopra la laguna.
Il volume, oltre ad essere messo in palio a fronte di acquisti, è stato donato alle scuole del territorio, che lo utilizzeranno come guida per visite didattiche, e messo in vendita presso la libreria La Feltrinelli del Centro Commerciale per la raccolta appunto di fondi a favore dell’Ateneo Veneto, il più antico istituto culturale attivo oggi a Venezia.

Nello specifico, l’assegno del valore di 1.110 euro consegnato all’Ateneo Veneto sarà destinato al risanamento dei dossali di pietra della parete est dell’Aula Magna dell’edificio monumentale, ex Scuola dei Picai, in Campo San Fantin.
La cerimonia è avvenuta lunedì 11 aprile 2022 nella sede dell’Ateneo Veneto: a consegnare l’assegno nelle mani della Presidente Magaraggia è stato  Antonio Impedovo, direttore del Centro Commerciale “Porte di Mestre”, alla presenza dell’autore Alberto Toso Fei, del fotografo Maurizio Rossi, e di Alvise Bragadin e Filippo Maria Carinci, rispettivamente Segretario Accademico e Vice Presidente dell’Ateneo Veneto.

“Ringrazio il nostro socio Alberto Toso Fei, il Centro Commerciale “Porte di Mestre” e la libreria Feltrinelli per aver pensato all’Ateneo Veneto quale destinatario di questa somma – ha commentato Antonella Magaraggia – Si tratta di un gesto significativo non solo per la donazione, sempre gradita agli istituti culturali, in cronica difficoltà economica, ma soprattutto per la qualità e la circolarità del progetto, che ha visto coinvolti vari soggetti in una operazione culturale che è arrivata al grande pubblico. Si è così dimostrato che, oltre a quelli tradizionali, come l’Ateneo Veneto, ci possono essere altri luoghi e altre modalità di diffusione della cultura”.

Antonio Impedovo ha dichiarato: “Il nostro Centro Commerciale è strettamente legato al territorio e con questo progetto, che ci ha accompagnato per quasi un anno, abbiamo voluto celebrare la bellezza e la memoria della città con qualcosa che la valorizzasse e che rimanesse nel tempo: un prodotto per tutte le età, da leggere e condividere giocando, per scoprire gli angoli meno conosciuti di Venezia. Oltre agli autori, ringraziamo l’Amministrazione Comunale per aver creduto in questo progetto e nella sua originalità, e tutti i partner che hanno reso possibile questa iniziativa”.