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Mostre – Daniel Richter. “Limbo”

DANIEL RICHTER / LIMBO
Mostra di Daniel Richter a cura di Eva Meyer-Hermann

In concomitanza con la 59° Biennale di Venezia, l’Ateneo Veneto presenta una serie di nuovi dipinti dell’artista Daniel Richter, nelle sale della Scuola Grande di San Fantin.
I lavori sono esposti nello storico edificio dell’Ateneo, circondati dal suo straordinario apparato di opere del XVI secolo che fanno parte della collezione dell’istituto.
I grandi dipinti ad olio realizzati da Richter sono esposti nell’Aula Magna situata al piano terra, mentre la Sala Tommaseo al piano superiore permette ai visitatori di conoscere parte dell’archivio dell’artista, attraverso una selezione di libri, ephemera, paraphernalia e nuovi disegni a inchiostro e collage.

Percorrendo un sentiero che oscilla tra l’astratto e il figurativo, Richter ha elaborato un suo personale linguaggio pittorico. Le figure rappresentate si intrecciano le une con le altre in pose violente e distorte, dando l’impressione di galleggiare in un cosmo indefinito. Il titolo della mostra, Limbo, si riferisce dunque sia allo spazio spirituale popolato dalle anime che attendono di accedere al paradiso, sia alla spettacolare mossa acrobatica del ballo omonimo, che le figure di Richter sembrano riprodurre.

Nata come sede della confraternita di carità che aveva la missione di offrire una guida spirituale ai condannati a morte della Serenissima, la Scuola di San Fantin nell’Ottocento viene destinata a sede dell’Ateneo Veneto. L’istituzione culturale continua a custodire le opere d’arte dell’antica “Scuola dei Picai” o della “buona morte” e in questo contesto dunque si apre un vivace dialogo visivo tra il programma religioso della Scuola e le aspirazioni di Richter di interrogare l’arte in termini di responsabilità sociale e politica.

I cicli pittorici che decorano le pareti della Scuola e i soffitti, hanno un’immediatezza intrinseca che scaturisce dal contrasto tra lo sfondo scuro e le luminose scene bibliche in primo piano. Anche Richter usa il tratto del chiaroscuro, tipico del tardo Rinascimento e del Barocco, come impianto centrale dei suoi lavori. La curatrice Eva Meyer-Hermann sottolinea inoltre che l’epiteto della Scuola, nota come confraternita della “buona morte”, risuona nel tentativo artistico di Richter di “abbellire l’orrore con la pittura”.

Talvolta le opere di Richter possono essere lette in termini politici, anche se per lo più sfuggono a qualsiasi interpretazione univoca. Liberando le opere da qualunque contesto storico e significato simbolico esplicito, esse diventano quasi allegoriche, accostandosi in maniera ravvicinata al ciclo decorativo dell’Ateneo Veneto. Tutto ciò fa sorgere delle domande riguardo la tradizione della pittura e lo sviluppo della coscienza storica, oltre ad avere delle implicazioni sociologiche e psicologiche.

La mostra è frutto della collaborazione tra l’Ateneo Veneto di Venezia e Curator for Artists di Berlino.
È stata realizzata con il generoso supporto della galleria Thaddaeus Ropac.
La curatrice della mostra è Eva Meyer-Hermann; l’allestimento è stato progettato da Viola Eickmeier ed eseguito da Ott Art.
La mostra é accompagnata da un catalogo illustrato, con un saggio della curatrice.

Daniel Richter
Daniel Richter si è affermato a partire dagli anni ’90, quando è passato dal mondo della musica – dove progettava e disegnava poster e cover di dischi – al mondo dell’arte. Le figure hanno iniziato ad apparire nei suoi lavori negli anni 2000, spesso ispirate da riproduzioni tratte da giornali o libri di storia, poi rese con colori brillanti e descritte dall’artista stesso come una nuova forma di pittura storica. Da sempre innovatore, le sue opere più recenti rappresentano un ulteriore passaggio innovativo in un linguaggio visivo che si è evoluto nel corso della sua carriera, caratterizzato da intrecci caotici di corpi frammentati su sfondi bicromatici.
Nato ad Eutin, in Germania, nel 1962, Daniele Richter completò quattro anni di studi con Werner Büttner presso l’Hamburg Academy of Fine Arts e lavorò come assistente per Albert Oehlen. Influenzato dall’eredità dei Simbolisti come James Ensor e Edvard Munch, Richter usa contrasti cromatici vividi e una composizione astratta per trasmettere un tenore emotivo inquietante, accresciuto dall’indeterminatezza temporale e spaziale delle scene che rifiutano di risolversi in un tempo, luogo o spazio pittorico coerente.
Lo stesso vale per le sue campiture di colore definite, che ricordano le mappe di un atlante ma non corrispondono a nessuna regione specifica. L’artista le descrive come un ‘accerchiamento, una sorta di pressione, intreccio, spremitura’, che trasmette un forte senso di contrasto e continua mutazione.
Le opere di Daniel Richter sono presenti all’interno di prestigiose collezioni in tutto il mondo, come: National Gallery of Canada, Ottawa, Louisiana Museum, Humlebaek, Centre Pompidou, Parigi, Kunsthalle Kiel, Kunsthalle Hamburg, Nationalgalerie Berlin, Kunsthalle Stuttgart, Museum der Bildenden Künste Leipzig, Gemeente Museum, The Hague, Contemporary Art Collection of the Federal Republic of Germany, MoMA New York, Denver Art Museum e Musée d’Art Moderne et Contemporain Strasbourg.
Ateneo Veneto, Curator for Artists – Berlin
DANIEL RICHTER / LIMBO
Mostra di Daniel Richter a cura di Eva Meyer-Hermann
22 aprile – 25 settembre 2022
Dal mercoledì alla domenica (chiuso lunedì e martedì)
Orario 10 – 18
Ingresso gratuito

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