Il filo interrotto Cesare De Michelis all’Ateneo Veneto
Martedì 1 dicembre (Sala Tommaseo, ore 17.30) la lezione conclusiva del Corso di Letteratura Veneta 2009 è affidata a Cesare De Michelis, professore di letteratura moderna e contemporanea ma anche editore e patron della casa editrice Marsilio.
Il suo intervento ruota attorno al filo interrotto, ovvero alla discontinuità tra la grande generazione dei Piovene, Parise, Meneghello, Rigoni Stern, e i nuovi narratori veneti. Tra i primi e i secondi manca, in Veneto come in Italia, la generazione degli anni Quaranta perché – dice De Michelis – la neo-avanguardia prima e il ’68 poi pretesero di sottrarre alla narrativa i temi dell’esperienza.
Di più, nel Veneto è mancato il racconto delle donne, troppo impegnare a lavorare. Non è un caso che le scrittrici venete siano per lo più anziane, professoresse in pensione che attingono alle memorie familiari perché il passato non vada disperso, come ha fatto Antonia Arslan.
Il suo intervento ruota attorno al filo interrotto, ovvero alla discontinuità tra la grande generazione dei Piovene, Parise, Meneghello, Rigoni Stern, e i nuovi narratori veneti. Tra i primi e i secondi manca, in Veneto come in Italia, la generazione degli anni Quaranta perché – dice De Michelis – la neo-avanguardia prima e il ’68 poi pretesero di sottrarre alla narrativa i temi dell’esperienza.
Di più, nel Veneto è mancato il racconto delle donne, troppo impegnare a lavorare. Non è un caso che le scrittrici venete siano per lo più anziane, professoresse in pensione che attingono alle memorie familiari perché il passato non vada disperso, come ha fatto Antonia Arslan.
Ora ci troviamo di fronte ad un gruppo ben nutrito di narratori contemporanei: i Bugaro, i Franzoso, gli Scarpa, i Mozzi e i Covacich, tutti impegnati nel rendere conto di una straordinaria trasformazione ormai in atto.