giovedì 09 Febbraio 2023 - 17:30
Aula Magna
Programma accademico
L’invenzione della città anfibia
Ateneo Veneto, Venezia 1600
Per le celebrazioni della fondazione di Venezia
Venezia da arcipelago a metropoli: l’invenzione della città anfibia
Relatrice: Nelli Elena Vanzan Marchini
Saluto di Filippo Maria Carinci, VicePresidente Ateneo Veneto
Il 25 marzo 421, secondo la tradizione, nacque Venezia ma, a differenza delle altre città non vi fu un fondatore che con l’aratro segnò il solco delle mura che avrebbero diviso la cultura urbana dalla natura circostante.
La Venezia delle origini era un arcipelago difeso dalla sua laguna, costituito da terre incerte rese appetibili soltanto dalla paura e dalla impossibilità di vivere altrove in sicurezza. Quella dimensione anfibia divenne un organico corpo urbano grazie all’ingegno e all’inventiva dei suoi abitanti che gestirono le contrapposte forze dei fiumi e del mare, consolidarono la terra, scavarono i canali e congiunsero le isole con i ponti. Nell’arcipelago delle origini si dovette inventare una viabilità adeguata alla specificità dell’habitat lagunare. Per far transitare carri, cavalli e pedoni da un’isola all’altra si utilizzarono delle passerelle levatoie. Lo stesso ponte di Rialto era in legno e aveva la parte centrale levatoia.
Lentamente i ponti assunsero la forma ad arco per garantire il passaggio delle barche sui canali sottostanti, mentre i quadrupedi scomparivano da Venezia. Nasceva così un modello di duplice viabilità non interferente, che le città moderne spesso non sono ancora riuscite a realizzare.