NEWSLETTER

×

Ateneo Veneto è cultura in movimento

Iscriviti alla nostra newsletter:

Acconsento all'uso dei miei dati personali in accordo con il decreto legislativo 196/03

Registrazione avvenuta con successo!

mercoledì 06 Ottobre 2021 - 17:30

Sala Lettura

Programma accademico

Sui reliquiari del Museo Diocesano di Arte sacra di Chioggia

Ateneo Veneto, Patrimonio di Oreficeria Adriatica
Corso di Storia dell’Oreficeria e Arti Decorative 2021 – XVIII edizione
TESORI NASCOSTI E RITROVATI. ARCHEOLOGIA, OREFICERIE, RESTAURI TRA ORIENTE E OCCIDENTE
Sui reliquiari antropomorfi del museo Diocesano di Arte sacra di Chioggia dopo gli studi di Nicola Jakšić
Relatrice: Letizia Caselli

Il culto delle reliquie di santi e beati che caratterizzò in particolare il Medioevo aveva preoccupato molti secoli prima gli imperatori Graziano, Valentiniano e Teodosio che già con la Constitutio del 26 febbraio 386 cercarono di disciplinare lo smembramento dei corpi dei martiri e il relativo commercio delle parti.
Ma quando l’Occidente scoprì “il potere delle reliquie”, nell’ambivalente funzione spirituale e politica, monasteri, cattedrali e basiliche fecero a gara per ottenere le spoglie più ambite ornandole come vere e proprie opere d’arte.
Il corpus trecentesco di reliquiari antropomorfi, proveniente dal Tesoro della cattedrale clodiense di Santa Maria Assunta, oggi conservato nel Museo Diocesano di arte sacra di Chioggia, costituisce un nucleo molto importante di quella categoria speciale di “reliquie parlanti”, quelle in cui ciò che si vede suggerisce immediatamente il contenuto.
Il reliquiario del braccio dei santi Sergio e Bacco, i due reliquiari a gamba di san Giorgio e sant’Abdon, il reliquario a forma di diadema regale bizantino dei santi Abdon e Sennen: eleganti opere orafe che la letteratura critica ha interpretato come affini artisticamente e databili anche per l’unica data in epigrafe in uno di essi, 1321, ad una manifattura veneziana.
I recenti studi di Nicola Jakšić, professore emerito di Storia dell’arte medievale all’Università di Zara, dimostrano però un’ipotesi completamente diversa, che vedrebbe questi sacri manufatti provenire invece dalle officine dalmate di Cattaro.

×

Ateneo Veneto è cultura in movimento

Iscriviti alla nostra newsletter:

Acconsento all'uso dei miei dati personali in accordo con il decreto legislativo 196/03

Registrazione avvenuta con successo!

NEWSLETTER