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martedì 28 Gennaio 2020 - 17:00

Sala Tommaseo

Programma accademico

“Sindrome 1933” di Sigmund Ginzberg

Ateneo Veneto, Comune di Venezia
GIORNO DELLA MEMORIA 2020
Presentazione del volume
Sindrome 1933
di Sigmund Ginzberg (Milano, Feltrinelli 2019)
Roberto Ellero e Riccardo Calimani conversano con l’autore
Il passato risuona nel presente. Cosa hanno a che fare la Germania del 1933 e l’Italia di oggi?
Quando Hitler nel 1933 divenne cancelliere del Reich, i cittadini tedeschi cominciarono a seguire incantati il pifferaio che li portava nel burrone. La cosa più strana, ma niente affatto inspiegabile, è che avrebbero continuato a credere religiosamente in lui anche dopo che erano già precipitati. “I nazisti”, scrive Ginzberg, “non erano bravi solo in fatto di propaganda. Toccavano tasti cui la gente era sensibile, blandivano interessi reali e diffusi (non solo gli interessi del grande capitale, come voleva la vulgata).” Le analogie superficiali possono portare fuori strada. Eppure non possiamo farne a meno. La mente umana funziona per analogie e fa di esse uno strumento potentissimo per capire e distinguere, cioè l’esatto contrario del fare di ogni erba un fascio.
Siegmund Ginzberg è nato a Istanbul nel 1948 in una famiglia ebrea giunta a Milano negli anni cinquanta. I nonni furono sudditi dell’Impero ottomano.
Dopo gli studi in filosofia ha intrapreso l’attività giornalistica ed è stato una delle storiche firme de “l’Unità”, quotidiano per cui ha lavorato a lungo come inviato in Cina, India, Giappone, Corea del Nord e del Sud, oltre che a New York, Washington e Parigi.

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