VENEZIA NEI CAMPIELLI – Un libro e una mostra fotografica
“Venezia nei Campielli” è un interessante progetto editoriale dedicato a Venezia – nell’anno in cui festeggia i 1600 anni dalla sua fondazione – e alla sua forma urbis così particolare, caratterizzata dal rapporto terra-acqua.
Si tratta di un viaggio tra i campielli veneziani, cuore pulsante della città, che diventa prima un libro e poi una mostra fotografica, patrocinati entrambi da Ateneo Veneto e dal Comitato organizzatore delle celebrazioni di Venezia1600 con il supporto fondamentale dell’Hotel Giorgione.
Le foto sono di Franco Vianello Moro, autore anche della prefazione al volume, che è corredato da due saggi introduttivi di Giorgio Crovato e Franco Mancuso.
IL LIBRO
Quanti sono i campielli di Venezia? Giulio Lorenzetti, nella sua celebre guida “Venezia e il suo Estuario” ne cita 50 all’interno di 12 itinerari di visita della città. Una piccola parte: i campielli tra Venezia e le isole di Murano. Burano, Pellestrina e Lido-Malamocco sono molti, molti di più di quelli che ci immaginiamo e che pensiamo di conoscere. Sono ben 217. Ci sono volute la curiosità e la pazienza certosina di un gruppo di lavoro composto da un fotografo, uno storico, un urbanista e un editore per completare questo lavoro di catalogazione e di schedatura dei campielli veneziani, interfacciando strumenti ufficiali, camminando in lungo e in largo per la città, verificando e fotografando, fino ad arrivare alla realizzazione del volume “Venezia nei Campielli” (Supernova editore), fatto di bellissime fotografie accompagnate da preziose schede e annotazioni storico-urbanistiche che la rendono un agile strumento di consultazione e al tempo stesso una singolare guida alla Venezia “minore”. Il volume è il frutto di un’indagine su un aspetto poco studiato della città, quello degli spazi pubblici minori. Gli autori si sono concentrati sui campielli come luoghi accoglienti del tessuto urbanistico in cui si respirano la vita quotidiana e la cultura materiale di una comunità vissuta da sempre tra acqua e terra. Nella presentazione del volume il presidente Gianpaolo Scarante sottolinea il valore di questa ricerca sugli spazi pubblici minori, “luoghi dove meglio si contempla la struggente bellezza di Venezia e dove si svolgono i riti della vita di cittadini e visitatori. (…) luoghi della nostra vita pubblica e privata che non sempre hanno avuto da parte nostra la riconoscenza che meritano”.
Nella loro toponomastica i campielli testimoniano passaggi storici e urbanistici, rivelano la presenza di antichi mestieri e di antiche istituzioni, rievocano personalità da ricordare, il rispetto delle fedi religiose, l’attenzione e l’ospitalità di Venezia per le comunità foreste. “Venezia nei Campielli” aiuta il lettore a ricomporre la storia e le origini dei luoghi partendo spesso proprio dai loro nomi. Per il corredo delle immagini del libro è stato necessario fare una scelta, e selezionare 60 campielli che per le loro caratteristiche si prestassero ad una ripresa fotografica ad ampio spettro, selezionando di volta in volta il miglior angolo di inquadratura; il risultato è un montaggio di una sequenza spaziale di più scatti, tutti a mano libera, che permette di avere una visione ampia, allargata, potremmo definirla panoramica.
Tutti gli altri 157 campielli sono invece rappresentati con scatti unici.
LA MOSTRA
Dal libro alla mostra fotografica, il passo è stato breve: Ateneo Veneto ha accolto subito la proposta degli autori e ha messo a disposizione la Sala Tommaseo dell’istituto per realizzare una mostra site specific, composta da 10 foto scelte tra le più significative del libro (una per sestiere e per isola) e stampate in grande formato. Si viene così a creare un percorso espositivo che quasi avvolge il visitatore, lo accoglie all’interno dei campielli – che sono il cuore pulsante di Venezia – luoghi autentici della quotidianità veneziana, spazi pubblici che non hanno corrispettivo in altre realtà urbane.
La mostra fotografica “Venezia nei Campielli”, con gli scatti di Franco Vianello Moro, rimane aperta al pubblico fino a venerdì 24 settembre 2021
Orario: dal lunedì al venerdì, con orario 10.00-13.00 e 15.00-18.00.
L’ingresso è libero. Non è prevista prenotazione. Obbligatorio esibire il Green Pass.
Il numero dei visitatori è contingentato nel rispetto del distanziamento interpersonale di almeno un metro.
Il 9, 16, 20 e 23 settembre, dalle 17.00 alle 18.00, sono previste visite guidate alla mostra in compagnia degli autori del volume, per un numero massimo di 10 persone a visita.
Prenotazione obbligatoria scrivendo a info@ateneoveneto.org
La mostra è stata resa possibile grazie al contributo dell’Hotel Giorgione di Venezia.
Stampe a cura di Vittorio Pavan. Montaggio a cura di TriappliKa
GLI AUTORI
Giorgio Crovato, laureato in Storia all’Università Ca’ Foscari di Venezia ha rivolto parte dei suoi interessi di ricerca all’ambiente e alla società lagunari. Numerose le pubblicazioni storiografiche curate, sia come autore sia coautore (in particolare con il fratello gemello Maurizio), tra i quali “Isole abbandonate della Laguna” (1978-2008); “Sant’Erasmo” (2009) e “Pellestrina” (2020) per la collana “Venezia 900. Le memorie, le storie”. Professionalmente, dopo un percorso di studi di Economia, ha ricoperto (fino al 2008) la carica di dirigente della Cassa di Risparmio di Venezia. È socio dell’Ateneo Veneto, dove ha svolto la carica di Segretario Accademico tra il 2018 e il 2019.
Franco Mancuso, architetto, è nato a Venezia, dove vive e lavora. È stato docente di progettazione urbanistica presso lo Iuav e ha tenuto seminari e conferenze in diverse università e istituzioni, in Europa e altri paesi. Si occupa in particolare di ricerca e progettazione sui temi del recupero e della riqualificazione dello spazio pubblico. Tra le sue opere maggiori: a Venezia, il nuovo padiglione della Corea ai Giardini della Biennale, il recupero dell’ex Convento di San Lorenzo a Castello e dell’ex Istituto San Giovanni alla Giudecca, entrambi destinati a residenza per anziani; a Palmanova la riqualificazione di Piazza Grande. È stato responsabile scientifico del progetto comunitario “Squares of Europe, Squares for Europe”, curandone la mostra e il volume. Tra i suoi libri: “Piazze d’Italia” (1971), “Squares of Europe, Squares for Europe” (con K. Kowalski, 2007), “Venezia è una città. Come è stata costruita e come vive” (2009 e 2016, premio nazionale Inu per la letteratura urbanistica 2017).
Franco Vianello Moro, veneziano da sempre, anche da prima. In città ha avuto qualche ruolo pubblico in tempi passati: presidente del Centro Sportivo Universitario, presidente del Consiglio di Quartiere 1 (San Marco, Castello, Sant’Elena), presidente dell’Istituzione per la Conservazione della Gondola e la Tutela del Gondoliere. Professionalmente ha ricoperto, fino al pensionamento, ruoli di responsabilità manageriale all’interno di alcune aziende multinazionali del settore tessile. Appassionato di fotografia fin dai tempi dell’Università, ne ha coltivato solo gli aspetti amatoriali senza mai trascendere nell’ipertecnicismo. Nell’ottobre 2020, alla Scoletta della Bragora, ha realizzato la sua prima mostra fotografica “De scondon”, con scatti veneziani effettuati durante il primo lockdown.