L’Archivio
L’archivio dell’Ateneo Veneto è la memoria della sua storia e dei soci che lo compongono. Gli atti propri dell’istituzione si conservano dalla sua nascita nel 1812 e sono raccolti in circa 350 buste ordinate secondo 12 categorie tematiche, relative a classi e suddivisione cronologica, la sezione storica è consultabili attraverso l’inventario, redatto a seguito del riordino del 1996.
Oltre agli atti propri, si conservano in tre buste tutta l’attività svolta dalla Società di Medicina e dalle due accademie letterarie di Belle Lettere e dei Sofronomi o Modesti, dalle cui ceneri nacque l’Ateneo Veneto, per realizzare quanto richiesto dal decreto napoleonico del dicembre 1810.
Assieme ai documenti propri dell’istituzione si conservano fondi provenienti da donazioni di soci.
Ricordiamo :
– il fondo Pietro Zampetti, inerente alla sua attività scientifica di storico dell’arte svolta durante il periodo veneziano, tra gli anni Cinquanta e Ottanta del Novecento, donato dalle figlie dell’insigne studioso che è stato anche presidente dell’Ateneo dal 1971 al 1975;
– le 65 buste relative al processo per la strage del Vajont (9 ottobre 1963) donate dall’avvocato Mario Vianello, all’epoca del processo giovane praticante nello studio di Alessandro Brass, capo del collegio della difesa di Alberico Biadene, direttore generale della Sade e poi dell’ENEL, il maggior imputato nel procedimento giudiziario. All’interno delle buste, oltre alle trascrizioni stenografiche delle udienze, sono conservate relazioni, materiale bibliografico, perizie geologiche, la corrispondenza tra l’avvocato e i diversi protagonisti della progettazione e costruzione della diga prima del disastro, la documentazione varia a carattere idraulico, geomeccanico e geologico, stesa dai maggiori esperti italiani dell’epoca e quanto altro servì al collegio della difesa;
– l’archivio privato del professor Giuseppe Delogu, esule politico durante il fascismo, professore dell’Accademia di Belle Arti nel secondo dopoguerra;
– l’archivio privato del professor Francesco Semi, di origini istriane, figura di professore molto conosciuto in città per la rubrica sul linguaggio che per lungo tempo tenne nel quotidiano «Il Gazzettino»
– l’archivio privato e la collezione libraria della professoressa Paola Rigo, docente di letteratura dantesca all’Università Ca’ Foscari di Venezia.