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Sede e collezioni artistiche

“E’ architettura di Alessandro Vittoria l’Oratorio di San Gerolamo sul Campo di San Fantino” afferma Tommaso Temanza nella sua opera del 1778 Vite dei più celebri architetti e scultori veneziani.
Realizzata alla fine del Cinquecento, oggi l’ex scuola di San Fantin ospita al piano terra, al posto dell’oratorio, l’Aula Magna dell’Ateneo e al primo piano, al posto dell’Albergo Grande, la Biblioteca. Nel 1664 la Scuola si amplia con la costruzione dell’Albergo Piccolo, odierna Sala Tommaseo, e della Sagrestia nuova a piano terra, oggi Sala Vittorio Cini. L’edificio dal 2023, è stato riconosciuto dalla Regione Veneto museo di interesse locale, secondo il dettato della L.R. n. 50/1984 tit. III art. 6 e segg.
L’Aula Magna e tutte le sale sono impreziosite da numerosi dipinti e opere d’arte realizzate dai principali artisti veneziani e veneti del Cinquecento e del Seicento. Spazi eleganti e raffinati che, oltre ad accogliere le iniziative promosse dall’Ateneo Veneto, si prestano a ospitare diverse tipologie di eventi.


Aula Magna

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Il soffitto a lacunari accoglie tredici dipinti raffiguranti il Ciclo del Purgatorio, eseguiti su tela da Jacopo Palma il Giovane e conclusi nel dicembre del 1600. Lungo le pareti, sopra gli originali dossali marmorei, sono raffigurate le Storie della Passione realizzate da Leonardo Corona e Baldassare d’Anna fra il 1600 e il 1604. Autore quest’ultimo anche di dipinti raffiguranti due Profeti.
I sovrapporta della parete di sinistra ospitano inoltre due tele relative alle parabole evangeliche del Ritorno del Figliol Prodigo e del Buon Samaritano, dipinte nel 1670 da Antonio Zanchi, massimo esponente della corrente dei pittori tenebrosi.
L’antica chiesa era dotata di due altari opera di Alessandro Vittoria. Smontati durante il periodo napoleonico, furono trasferiti nella Basilica dei Santi Giovanni e Paolo.
Al loro posto furono inseriti il busto in bronzo del medico ravennate Tommaso Rangone, già nella chiesa di S. Geminiano, e quelli in marmo degli scienziati e medici veneziani Nicolò e Apollonio Massa, provenienti dalla chiesa di San Domenico. Opere anch’esse dello stesso Vittoria.


Sala Vittorio Cini

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Costruita nel XVII secolo, la Sala del Consiglio, oggi intitolata a Vittorio Cini, fa parte di un corpo di fabbrica minore aggiunto nel retro dell’edifico. Ribattezzata al tempo della sua realizzazione Sagrestia nuova, poiché sostituta della precedente, viene ornata con numerosi dipinti tra il 1667 e il 1695. Adibito a decorare la sala, anche il ciclo cinquecentesco delle Storie Mariane, attribuito a Paolo Veronese e alla sua scuola, localizzato fino ad allora nell’abbandonata Sagrestia vecchia. Oggi Le storie della Vergine sono collocate nella sala di lettura della Biblioteca.
Nel corso del tempo la sala ha subito varie trasformazioni e spostamenti delle opere. Attualmente rimangono nella loro collocazione originale la tela del soffitto rappresentante San Girolamo e la Vergine Assunta, di Francesco Fontebasso, due figure di Profeta di Jacopo Palma il Giovane e il Ritratto di Gian Pietro Pellegrini di Alessandro Longhi.
La sala è stata interamente restaurata nel 2012 grazie alla generosità del Socio Giovanni Alliata di Montereale, che ne ha finanziato gli interventi in occasione del 35° anniversario dalla morte del nonno, il conte Vittorio Cini, Socio dell’Ateneo Veneto dal 1936 al 1977.


Sala Niccolò Tommaseo

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Intitolata nel 1913 all’illustre letterato e patriota, del quale vi è un busto in marmo, ricorda anche, con busti in bronzo, i patrioti Jacopo Bernardi e Daniele Manin. La sala situata al primo piano è costruita nel XVII secolo. Un ambiente armonioso, decorato da dipinti di pregio e da uno splendido soffitto, completato da Antonio Zanchi nel 1674, con il Giudizio universale.
Spicca, sulla parete di fondo, la Cena in casa del Fariseo di Francesco Fontebasso realizzata negli anni 1732-35. Ai lati due tele raffiguranti il Profeta Davide e il Profeta Isaia, eseguite dal pittore seicentesco Ermanno Stroiffi, seguace di Bernardo Strozzi.
Sulla parete di destra una grande tela di Antonio Zanchi, databile al 1667 circa, rappresenta Gesù che scaccia i Mercanti dal Tempio. Mentre sulla parete fra le finestre sono presenti la Guarigione dell’ossesso di Giovanni Segala e la Resurrezione di Lazzaro di Ermanno Zerest, opere eseguite intorno al 1665. Infine le Due Sibille di Jacopo Palma il Giovane nel 1580.


Biblioteca

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La sala di lettura della Biblioteca, già Albergo Grande, alla fine del Cinquecento era decorata lungo le pareti da dipinti di Jacopo Palma il Giovane comprendenti otto storie della vita di San Girolamo e da una pala del Tintoretto raffigurante l’Apparizione della Vergine a San Girolamo.
Inoltre una tela di grandi dimensioni, completata dal Palma nell’ultimo decennio del Cinquecento, e raffigurante la Gloria di Maria in Cielo in un Paradiso pieno di Angeli e di figure adoranti, ne ornava il soffitto. Questa sala, più delle altre, nel tempo ha subito importanti trasformazioni e spoliazioni, culminate nel 1826 con la rimozione di quest’opera. La tela, pesantemente rovinata, venne tagliata in vari pezzi e dispersa. Uno di questi è oggi custodito al Museo dell’Ermitage a San Pietroburgo.
Attualmente accoglie le dieci tele del ciclo delle Storie della Vergine, realizzato da Paolo Veronese e dalla sua scuola, quattro dipinti di Jacopo Tintoretto ove sono raffigurati rispettivamente l’Apparizione della Vergine a San Girolamo, San Marco, San Giovanni Evangelista e San Girolamo che riceve doni dai mercanti.
Vi sono infine ricordati, con opere in scultura, alcuni medici illustri quali Francesco Aglietti, Viviano Viviani, Santoro Santorio, Gian Raimondo Forti, Francesco Paiola e l’architetto Antonio Diedo.

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